Come abbiamo già visto in un articolo precedente, ci sono alcuni aspetti della pratica dello yoga che sono ormai conosciuti dalla gran parte delle persone.
Seppur parte integrante di questa disciplina, questi soli concetti non ci permettono di conoscere la parte etica e spirituale da adottare durante questo percorso che dura tutta la vita, anche al di fuori del tappetino e dalle mura di uno studio.
Per poter guardare alla pratica dello yoga con più integrità e profondità iniziamo dunque dalle origini..
Patanjali
“La stabilità dello spirito viene dall’ esperienza
di uno stato luminoso e sereno”
Patanjali era un filosofo indiano vissuto attorno al 500 a.c.
Sulla sua vita esistono alcune leggende ma è grazie ai suoi testi scritti che viene descritta la scienza antica dello yoga.
Ed è proprio grazie a Patanjali che ad oggi conosciamo e pratichiamo lo Yoga.
Tra le sue opere troviamo gli Yoga Sutra.
Yoga sutra
Gli Yoga Sutra sono 196 versi/aforismi che ci permettono di evolverci mentalmente e spiritualmente attraverso un percorso di conoscenza più profonda dell'essenza: del nostro Essere e della nostra Natura.
Patanjali ci ha lasciato una guida scritta e pratica che ci permette appunto di avvicinarci allo Yoga con lo scopo di scoprire noi stessi e la divinità che è in noi.
Non dimentichiamoci infatti il significato della parola Yoga che dallo sanscrito traduciamo in Unione.
Gli yoga Sutra sono divisi in 4 capitoli:
- Capitolo 1 : Samadhi pada parla dello yoga e degli ostacoli che si possono presentare durante il percorso.
- Capitolo 2: Sadhana pada descrive come fare per proseguire ed avanzare nella pratica.
- Capitolo 3: Vibhuti pada parla di cosa la pratica dello yoga può offrire e i suoi poteri.
- Capitolo 4: Kaivalya pada parla dell'unità e descrive come uno yogi si sente al raggiungimento di tale stato.
Ashtanga Yoga
Tra questi aforismi vengono descritti gli 8 stadi dello Yoga.
Un vero e proprio percorso, come una sorta di libretto d' istruzioni necessario per purificare mente, corpo e spirito e permetterci di raggiungere uno stato di Unione e consapevolezza che tutto è parte di una Coscienza Universale.
Nel Sutra 2.29 vengono descritti passo passo gli stadi da compiere:
Yama: astensione dal male. Consiste in una condotta sociale, che prevede la non-violenza (Ahimsa) fisica, verbale e che ci permette di rivolgersi agli altri con compassione e amore; astensione dalla falsità ( Satya), il non-rubare (Asteya) non comprende solo oggetti ma anche parole, idee, immagini. Rimanere in contatto con la Coscienza Universale (Brahmacharya) e non-avidità, avarizia e gelosia (Aparigraha)
Niyama: osservanze, ossia disciplina personale che sono (Saucha) pulizia fisica e mentale, (Santosha) appagamento ossia essere contenti di ciò che si ha e mostrarne gratitudine, (Svadhyaya) studi spirituali ed infine (Iswara Pranidhana) devozione e abbandono a Dio, non necessariamente riferito ad una figura religiosa ma ad un ente Supremo, una Coscienza Universale.
Asana: posizioni
Pranayama: controllo del prana ( attraverso il respiro)
Pratyahara: dissociazione dai sensi ( udito, vista, tatto, olfatto, gusto) e percezioni esterne portando così l'attenzione all'interno di noi stessi.
Dharana: concentrazione, portare il punto focale nel respiro, in un punto energetico o nella recitazione di un mantra.
Dhyana: meditazione, assenza di fluttuazioni mentali, un senso di calma che si prova mantenendo uno stato di concentrazione ( Dharana) per lunghi periodi.
Samadi: esperienza di Unione.
Ed eccoci arrivati alla fine degli 8 stadi dello yoga!!
Attraverso questo post spero di essere riuscita a trasmetterti qualche conoscenza in più rispetto a questa pratica e a dimostrarti che essere flessibili non è ciò serve o ciò che conta nello Yoga. E' una ricerca continua verso Sè Stessi, un viaggio che si decide di intraprendere durante il quale ogni cosa superflua viene persa, abbandonata.
Il viaggio e il viaggiatore divengono una cosa sola, armoniosa verso la via di casa.
With love
Sophie!!
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